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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 61


— Son questi gli uomini che ci presteranno man forte? — chiese Simone, accennando i vaqueros.

— Sì, — rispose sotto voce il messicano. — Gente senza scrupoli, pronta a tutto, purchè ci sia da guadagnare.

— Andiamo: lungo la via vi dirò di che cosa si tratta.

— Sono curioso di saperlo, señor.

Fece condurre innanzi sei cavalli, esaminò con cura le loro bardature, poi diede il segnale di salire in sella. Il drappello, un momento dopo lasciava il rancho, lanciandosi nell’immensa pianura coperta d’alte erbe. Le tenebre erano già scese.

Josè Mirim e Simone cavalcavano in testa: dietro venivano i quattro negri; i vaqueros chiudevano la marcia in gruppo serrato, coi sombreros calati sul viso ed i serapè attorno al corpo.

Erano tutti uomini vigorosi, dalla pelle terrea e le barbe nere e ispide, persone di fegato senza dubbio, abituati a menar le mani, e sempre pronti a mutarsi da guardiani di bestiame, in briganti delle grandi strade o delle praterie.

Gauchos della pampa argentina; cow-boys americani delle praterie del Grande Ovest e vaqueros del llano estacado e delle terre calde del Messico, si rassomigliano. Vivano nel sud o nel nord o nel centro del continente americano, essi sono i più audaci avventurieri dei due mondi, i più intrepidi cavalieri ed i più violenti.

Per loro la vita umana non ha assolutamente valore e si uccidono reciprocamente per una sciocchezza qualunque, sfidandosi al duello con il coltello o con la carabina.

Chi siano e da dove vengano non si sa, e nessuno si cura di saperlo. Per lo più sono cercatori d’oro, delusi nelle loro speranze, ma molti sono spostati sfuggiti alle grinfie della giustizia. Non è raro trovare fra di loro delle persone che un tempo occupavano delle alte posizioni sociali, dei negozianti falliti che un giorno possedevano palazzi, carrozze e cavalli; degli avvocati, degli ingegneri, dei notai e perfino dei pastori della chiesa anglicana!

Un bel giorno giungono, chissà da dove, forse dalle lontane città del Messico centrale, con un cavallo, una carabina e l’inseparabile serapè, che serve da coperta durante la notte e da mantello quando piove, si presentano a qualche ricco allevatore di cavalli, di buoi o di montoni, e si offrono. Nessuno chiede loro chi siano, nè se hanno qualche conto da saldare con la giustizia.

Agli intendenti dei ranchmans o degli hacienderos basta che siano robusti e che sappiano rimanere a cavallo anche sedici ore, se fosse necessario.

La vita dei vaqueros non è meno faticosa di quella dei cow-boys e dei gauchos argentini. Non è certo cosa facile condurre attraverso le immense praterie del llano estacado tre o quattromila capi di be-