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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO | 53 |
— Pare dunque che non sappiate chi io sia.
— Lo ignoro perfettamente, señor.
— Se lo sapeste, non parlereste così.
— Cercate di attaccar lite? — chiese Simone, mostrando i suoi enormi pugni che sembravano mazze.
— Josè Mirim non ha mai avuto paura nè dei bianchi, nè dei negri, — rispose il messicano, estraendo rapidamente il suo machetto e piantandolo profondamente nella tavola.
— Avete del coraggio voi, señor, ed erano appunto degli uomini di fegato che io sono venuto qui a cercare.
— Voi!... — esclamò il messicano, guardandolo con un certo disprezzo.
— E sono pronto a pagarli bene, — proseguì il Re dei Granchi. — Forse che non vi sono negri ricchi quanto i bianchi e anche di più?
Il messicano era rimasto silenzioso, guardando con particolare attenzione il colosso.
— Un uomo robusto, — disse finalmente. — Parola d’onore che vi arruolerei con piacere.
— Ed in quale compagnia? — chiese Simone. — Ma permettete prima, señor, che vi offra qualche cosa. Siamo assetati.
Fermò con la mano un servo che passava, dicendogli:
— Cinque bottiglie di vino di Spagna, di quelle a quattro e anche cinque dollari alla bottiglia. Vogliamo fare baldoria con vini scelti.
— Spendete come un principe, — disse il messicano. — Avete per caso scoperto qualche ricco placer, colmo di pepite d’oro?
— Non siamo minatori, señor, — rispose Simone. — Sono però, almeno io, abbastanza ricco per permettermi di offrire anche agli sconosciuti che mi piacciono...
— Siete un Creso?
— Non lo so, d’altronde poco v’importa.
— Eh!... Chi lo sa? potrei, per esempio, aspettarvi in qualche luogo, farvi assassinare e depredare, — rispose il messicano sorridendo.
— Non trovereste indosso a me che qualche centinaio di dollari, una vera miseria che non vale la pelle d’un uomo, sia pure d’un negro, — disse il Re dei Granchi ridendo. — Le mie ricchezze sono al sicuro.
Il messicano tornò a guardarlo con crescente curiosità, poi prendendo una delle bottiglie che il garzone aveva recato, riempì due bicchieri e toccò quello di Simone, dicendo:
— Io non ho pregiudizio di razza come gli yankee; bianco o nero o rosso, per me fa lo stesso e... spoglio gli uni e gli altri ben volentieri, quando mi si presenta l’occasione.
— Eh!... — fece Simone. — Sareste voi?...
5 - E. SALGARI, La Sovrana del Campo d'Oro