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— La tromba dei soldati! Signori, il colonnello è là. Avanti Latty!
Non correvano più, volavano dietro alla cavalla, che galoppava: il minatore, non meno abile cavaliere del cow-boy, non le risparmiava i colpi di tallone. Scorgevano ormai i fuochi d’un accampamento brillare sotto gli alberi che coprivano la riva del fiume, quando una voce imperiosa gridò:
— Alt!
Il signor Clayfert aveva trattenuto violentemente la cavalla, gridando:
— Amici di Buffalo Bill!
Un uomo, che si teneva imboscato fra un gruppo di querciuola era balzato fuori, mandando un grido di stupore.
— Amici del colonnello! — esclamo. — Chi siete voi?
Buck, che giungeva correndo, gridò:
— Ehi! Bikor, non conosci più gli amici, ragazzo mio?
— Buck Taylor!
— In persona, e sono con me l’ingegnere, il signor Blunt e anche il padre di miss Clayfert.
Il cow-boy, che era di sentinella, si era precipitato verso i quattro uomini.
— Possibile! — esclamò. — Anche il signor Harris! Come vi trovate qui, signori, mentre vi credevamo ancora in mano delle Pelli-Rosse?
— A più tardi le spiegazioni, — disse Buck. — Dov’è il colonnello?
— Qui.
— Con quanti soldati?
— Con cinquanta cavalieri delle frontiere, al comando del tenente Churchill.
— Accompagnaci subito da lui.
Si cacciarono sotto gli alberi, ed in pochi minuti giunsero in mezzo ad un accampamento costituito da una quindicina di tende, che era illuminato da numerosi falò, intorno ai quali bivaccavano i soldati, fumando e chiacchierando.
— Ed i nostri cow-boys? — chiese Buck.
— Sono all’avanguardia e sorvegliano l’imboccatura della miniera.
Attraversarono l’accampamento fra lo stupore dei cavalleggeri, ed entrarono in una tenda più vasta, dove si trovava Buffalo Bill in compagnia del comandante dello squadrone.
Vedendo Harris e Blunt, si era precipitato verso di loro con le mani tese, esclamando:
— Sogno io?