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il loro rifugio, per tentare di risalire i fianchi dei Gran Cañon e di raggiungere il cliff dove supponevano si trovassero ancora Buffalo Bill ed i cow-boys.

Temendo di fare un cattivo incontro, perchè quell’abisso è frequentato da pericolosi animali, ruppero due grossi rami, poi dopo essersi orientati con le prime stelle, si misero risolutamente in marcia.

Un dubbio però tormentava l’ingegnere, e cioè che quella vallata avesse un solò sbocco, guardato da un drappello di Pelli Rosse. Gli sembrava inverosimile che gli Apaches avessero fondato un atepetl così importante in una bassura aperta, mentre avevano a disposizione terrazze e altipiani quasi inaccessibili, e quindi al sicuro da qualsiasi sorpresa.

Durante la giornata non aveva messo a parte lo scrivano dei suoi timori, per non guastargli il buon umore. Appena sul margine del bosco, che era limitato da quella parte da un Cañon profondissimo con le pareti tagliate a picco, nel cui fondo del Colorado, gli disse ciò che lo tormentava.

— Sarebbe grave, — rispose lo scrivano. — Anche liberi, noi saremmo ancora prigionieri.

— Forse no, poichè ci resta aperto il Colorado.

— E noi dell’acqua non abbiamo paura, — disse Blunt. — Vi sono caimani qui?

— Non credo.

— Perchè ci tengo assai alle mie gambe, signore.

— Ed io non meno di voi, amico mio.

— Tuttavia preferireste risalire il fianco dell’abisso?

— Sì, — rispose Harris. — Scendendo a nuoto il Colorado, chissà dove andremmo a finire, e per noi il tempo è prezioso.

— Vi preme ritrovare il colonnello.

— In lui sta la salvezza nostra e quella d’Annie.

— Che questo Cañon si prolunghi fino alla grande parete dell’abisso?

— E’ quello che temo.

— Il torrente che mugge laggiù, scenderebbe quindi dagli altipiani?

— Sì, Blunt.

— Signore, preferisco tentare la sorte, qualsiasi cosa debba accadere. La notte è oscura, e la luna non si deve alzare che molto tardi, quindi è probabile che noi possiamo passare inosservati.

— Allora avanti, Blunt, — disse Harris.

Si misero a costeggiare il profondo burrone, sui cui margini terminava la foresta.

L’ombra proiettata dalle piante, era così fitta in quel luogo, che