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Quell’acqua, proveniente dai nevai, era così fredda, che non poterono trattenere un grido, che si perdette sotto le tenebrose volte del cariale sotterraneo.
Pareva che fosse ghiaccio appena disciolto.
— Blunt! — aveva urlato l’ingegnere. — Mi sento gelare il cuore!
— Nuotate, signore, — aveva risposto lo scrivano, che si dibatteva disperatamente.
Poi furono entrambi travolti. Il torrente fuggiva con fragore sempre crescente attraverso la galleria che le sue sabbie, dopo un lavorìo di secoli, si erano aperta.
Dove venivano trascinati? Non potevano certo saperlo. D’altronde non riuscivano a formulare un pensiero, intenti unicamente a tenersi a galla a furia di bracciate e di colpi di tallone.
Un rombo spaventevole, che aumentava d^intensità, li assordava, impedendo loro nel medesimo tempo di potersi intendere.
Talora si urtavano, poi la corrente li separava, cacciandoli ora sopra, ora sotto la superficie dell’acqua, nonostante i loro sforzi disperati, e costringendoli a bere in abbondanza.
Fortunatamente, quel tunnel era abbastanza vasto per permettere loro di respirare. Vi era però il pericolo che da un istante all’altro si restringesse, ed era appunto questo timore che angosciava i due disgraziati, i quali s’aspettavano di fracassarsi il cranio contro le volte.
Di quando in quando Blunt, che stava dinanzi, mandava un grido per assicurarsi che l’ingegnere lo seguisse sempre, grido che si spegneva in un rantolo, poichè la corrente, come abbiamo detto, nella sua corsa precipitosa li travolgeva, sommergendoli.
Ad un tratto, dopo aver percorso un lungo tratto, l’acqua divenne quasi improvvisamente calma e il rombo che li intontiva cessò bruscamente.
— Signor Harris! — gridò Blunt, che nuotava vigorosamente.
— Sono presso di voi, — rispose l’ingegnere.
— Che cosa è successo? Dove ci ha scaraventati quel maledetto torrente? Siamo in acque calme.
La sua voce si ripercuoteva sonora, come sè sopra di lui si trovasse un vuoto immenso.
— Mi pare che ci troviamo in un bacino sotterraneo, — rispose Harris, dopo aver alzate le braccia senza riuscire a toccare la volta.
— Sembra anche a me, ingegnere. Potete accostarvi?
— Sto raggiungendovi.
— Che abbia uno sbocco questo bacino o saremo condannati a morire qui dentro? Sarebbe impossibile rimontare il torrente fino al tempio. E miss Annie? Che cosa sarà avvenuto di lei?
— È nelle mani degl’indiani. Ho udito il suo grido.