Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
La sua camicia era di pelle di montone selvatico, riccamente ornata di pepite d’oro e di perle di vetro, stretta da una cintura a cui erano appese code di lupo e penne d’aquila; i calzoni erano di pelle dipinta, e numerose capigliature umane pendevano lungo le cuciture; calzava splendidi mocassini, ricamati con grande pazienza dalle donne indiane.
A bandoliera aveva ancora la carabina, una bellissima arma dalla canna arabescata, col calcio guernito di lamine d’argento.
Il capo a sua volta guardò i tre prigionieri senza parlare, mentre la sua scorta teneva alte le torce d’ocote, dissando specialmente i suoi sguardi su Annie.
— Mi riconosci? — chiese la fanciulla.
— Sì, tu sei la figlia della Lunga Capigliatura, — rispose finalmente il gran sakem, facendo un gesto come se gli spiacesse di essere stato riconosciuto.
— Ti ricordi dì avermi anche veduta nella miniera di mio padre? Tu eri allora insieme a Le-es-ka.
— Può essere, — rispose asciuttamente l’indiano.
— Dov’è tua figlia? Vorrei vederla.
— Le-es-ka ha nelle sue vene il sangue guerriero di suo padre, e scorrazza i margini del Gran Cañon con una banda di cavalieri. Essa non ha paura dei visi pallidi.
— Quando tornerà?
— Non lo so.
— Ti ripeto che vorrei vederla, prima che il gran consiglio decida della nostra sorte.
— Hug! — fece l’indiano, alzando una mano. — Domanda al Grande Spirito quando la guerra finirà.
— Quindi io non potrò vederla? — chiese Annie con angoscia.
— Io non so dove sia in questo momento Le-es-ka.
— E che cosa intendi fare di noi?
— Il gran consiglio deciderà, — rispose Victoria.
— E tu lascerai assassinare la figlia della Lunga Capigliatura che fu tuo amico, ed i miei compagni, senza nulla tentare per salvarci? Non abbiamo mai combattuto contro la tua razza.
— È il consiglio che deve decidere: io non potrò fare nulla per parte mia.
— Tu, gran sakem, il capo più autorevole e rispettato delle tribù degli Apaches? — gridò Annie con furore.
— Io comando solamente in guerra.
— Tu sei un mostro al pari degli altri. Credevamo che tu fossi generoso e cavalleresco, mentre non sei altro che una coyote.
Il sakem corrugò la fronte, dardeggiando sulla fanciulla ardi-