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— Sparata dove?
— Verso l’ultima sala, dove si trovano i nostri cavalli. Signori, seguitemi subito.
Uscirono frettolosamente e attraversarono a passo di corsa tutte le altre stanze, giungendo all’ultima senza aver incontrato nessuno.
Nel medesimo istante un’altra detonazione scoppiava proprio dietro la roccia che chiudeva l’uscita, anzi un filo di fumo entrò da qualche fessura.
— Che siano indiani? — chiese Annie.
— I Lupai non hanno mai posseduto armi da fuoco, perchè non hanno mai avuto alcun contatto cogli uomini bianchi, — rispose il colonnello.
Poi, accostatosi alla roccia, gridò con voce tonante:
— Chi siete voi?
— Ah! ci udite finalmente, — rispose una voce. — Cominciavamo a perdere la pazienza. Si dorme bene dunque nei cliffs?
— Vi ho domandato chi siete, — replicò il colonnello, seccato dell’accento beffardo dello sconosciuto.
— È il mio nome che volete sapere? Mi chiamo Josè Mirim.
— Ciò non mi dice nulla e v’invito a spiegarvi meglio: vi consiglio di non permettervi di scherzare col colonnello Cody, soprannominato Buffalo Bill.
— Me l’ero immaginato che foste voi, — disse lo sconosciuto. — Parola d’onore che mi rincresce d’avervi rinchiuso cogli altri.
— Ed a me non fa nè freddo nè caldo, — rispose il colonnello stizzito. — Siete stato voi dunque a chiuderci qui dentro?
— Noi, colonnello. Oh! La cosa è stata facilissima, ve lo assicuro. Il canale per far scivolare quella roccia era già stato scavato dagli antichi abitanti delle caverne e noi non abbiamo fatto altro che...
— Finitela, buffone! — urlò Buffalo Bill, con collera. — Vi chiedo che cosa volete da noi: spiegatemi per quale motivo ci avete imprigionati.
— Per costringervi a consegnarci una signora, che ci preme avere in nostra mano.
— Chi è? — chiese Harris, balzando innanzi.
— Miss Annie Clayfert.
— Io! — gridò la giovane.
— Chi la vuole? — chiese Harris.
— Io, — rispose un’altra voce. — Simone, il Re dei Granchi.
Harris e Blunt avevano mandato un grido di rabbia:
— Il maledetto negro!