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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 15


Ad un tratto parve decidersi. Aprì le sue magre e lunghissime gambe ed in quattro passi gli fu dietro.

— Signore, — gli disse. — Mi permettereste una parola?

Il giovane bruno si era voltato vivamente, squadrando il biondo.

— Ah! — esclamò ad un tratto. — Il vincitore della lotteria.

— Sì, signore, io sono Harry Blunt. Non faccio in questo momento una troppo bella figura accanto a voi, colle mie vesti rattoppate, tuttavia potrei esservi forse utile.

— Parlate, master Harry, — rispose il bruno. — Non è sempre la veste che fa il monaco e sarei ben lieto se potessi anch’io fare qualche cosa per voi. Vi debbo già della riconoscenza per aver rifiutata miss Annie.

— Ah!... L’amate dunque assai? — chiese lo scrivano, sorridendo.

— Sì, alla follìa e mi pare d’impazzire pensando che forse, non ostante il prezzo che ho messo per vincere, me la porterà via quel cane d’un negro. Lei, moglie di quel brutto africano!... No... preferisco ucciderlo e poi farmi saltare le cervella.

— È meglio vivere, signore, e farla all’africano.

— Egli deve essere più ricco di me. Ho gettata tutta la mia fortuna sull’asta e non mi rimane che qualche migliaio di dollari, che non conteranno di certo per una nuova offerta.

— Me l’ero immaginato, signore, ed è perciò che ho osato fermarvi.

Il giovane elegante lo guardò con sorpresa.

— Voi siete californiano al pari di me, è vero? — chiese lo scrivano.

— È vero, quantunque nato presso le frontiere messicane e benchè mia madre fosse una spagnuola di Vera-Cruz.

— Credete che quel furfante di negro tenga ad altri ventimila dollari? Miss Annie è senza dubbio bellissima e la si può pagare cara; ma anche centoventimila dollari sono una bella somma, in fede mia. Una vera fortuna.

— E dove trovarli questi ventimila dollari? Sono solo al mondo, non ho nè parenti, nè amici, essendo qui da sole cinque settimane. Ho dinanzi uno splendido avvenire essendo ingegnere delle miniere del Colorado, tuttavia non potrei trovare nessun prestito.

— Ed io forse non conto? — chiese Harry Blunt. — Non vi ho già fermato per scambiare due chiacchiere.

— Come, voi?... — chiese il giovane bruno, con accento commosso.

— Vi offro i ventimila dollari che ritirerò questa sera dal notaio John Davis, onde possiate prolungare la lotta e strappare al negro