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Il vecchio ephraim, toccato in un organo vitale, mandò un urlo spaventevole, e si lasciò cadere sulle quattro zampe, dimenando forsennatamente la testa villosa, poi tentò vanamente di addentare l’intrepido cacciatore.

Mentre il maschio riceveva un’altra palla, questa volta nel cranio, la femmina si era gettata furiosamente sul corriere e su Harris, cercando di afferrarli insieme e di soffocarli con una sola stretta.

L’ingegnere, più agile, le scaricò sul muso la carabina, fracassandole la mascella destra, poi si gettò da parte; Koltar invece si trovò fra le zampe della belva, prima di aver potuto far uso del proprio fucile.

Il gigante, al pari del colonnello, non era alle sue prime armi e aveva combattute quelle fiere fra le Montagne Rocciose, quando guidava la corriera di California.

Invece di cercare di svincolarsi o di opporre qualche resistenza, lasciò andare la carabina, che pel momento non era di nessuna utilità; estrasse rapidamente dalla cintura uno di quei lunghi coltelli americani chiamati bowie knives, dalla lama larga e solida, e appoggiò la punta contro il petto dell’orsa.

Quando la belva tentò di serrarlo nel suo formidabile abbraccio, la lama entrò tutta fino al manico, squarciandole il ventre.

Pazza di dolore, allargò le zampe lasciando libero il gigante.

— Non accostatevi, signori, — gridò Koltar, vedendo Blunt e Harris che accorrevano coi coltelli in pugno. — Lasciate fare a me.

Aveva raccolta la carabina che si trovava dinanzi all’orsa: gliela scaricò sotto la gola, poi, impugnata la canna, si mise a menare colpi disperati.

Il colosso aveva buon giuoco, con la sua forza straordinaria. Picchiava tremendamente col calcio ferrato dell’arma, fracassando il muso della povera bestia, che grondava sangue in abbondanza.

— Ne hai abbastanza? — urlava il gigante, raddoppiando i colpi.

Parve che l’orsa ne avesse anche troppo, poichè ad un tratto retrocesse verso i cespugli, volse le spalle e s’inoltrò nel bosco mandando urla terribili.

Nel medesimo istante, il maschio stramazzava al suolo, agitando disperatamente le zampe. Aveva ricevuto cinque palle e l’ultima in direzione del cuore.

— Ehi, corriere, — disse il colonnello, volgendosi verso il gigante, — vi sono qui due prosciutti da prendere, che non saranno meno gustosi di quelli dei maiali. Giacchè hai un bowie knife, usalo.

— Non sono così sciocco da lasciare gli zamponi del vecchio ephraim alle coyote, colonnello, — rispose Koltar.

— Ti ha rotto nulla la femmina?

— Ho le ossa dure e non avrebbero certo ceduto.