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la sovrana del campo d’oro 141

tombolò a terra, mentre il mustano faceva uno scarto fulmineo, a rischio di spaccargli la testa con un colpo di zoccolo.

Buffalo Bill si era subito voltato, mentre Koltar gridava con l’accento del terrore: — Il vecchio ephraim!... Fuggite!...

Un animale gigantesco, che rassomigliava nelle forme ad un orso bruno, alto due metri e mezzo per lo meno, col pelame villoso ed arruffato, si era lanciato fuori dal cespuglio, mentre dietro di lui appariva un’altra testa.

Era un orso grigio, uno dei più terribili animali che esistano, più formidabili ancora dei leoni e delle tigri, perchè posseggono un tale vigore da fracassare facilmente le costole al cacciatore, con una sola stretta, e perchè resistono anche a parecchi colpi di fucile senza cadere.

Si era alzato sulle zampe posteriori, e sembrava così ancora più mostruoso: mostrava i suoi terribili unghioni, ma esitava quasi fosse indeciso sulla scelta della vittima.

I quattro mustani, spaventati, si erano impennati, poi avevano dato indietro lasciando solo Blunt, il quale, mezzo stordito per la caduta e atterrito, non aveva ancora osato alzarsi.

— A terra!... — gridò Buffalo Bill, staccando rapidamente dall’arcione la carabina. — Lasciate andare i cavalli!...

Con un volteggio fulmineo l’intrepido scorridore delle praterie si trovò in piedi, a soli cinque passi dal bestione.

— Fuggite, signore! — gridò a Blunt, vedendo che l’orso fissava sullo scrivano i suoi occhi ardenti.

Il giovane, che non aveva perduta interamente la testa e non mancava di coraggio, con uno scatto degno d’un atleta si alzò, gettandosi dietro al tronco d’un albero.

Nel frattempo anche il corriere ed Harris si erano gettati di sella, perchè i cavalli che continuavano a spiccare salti indiavolati, non consentivano di far fuoco con qualche probabilità di successo.

L’orso, vedendo il colonnello a così breve distanza, gli mosse incontro, grugnendo minacciosamente e mostrando i suoi lunghi denti giallastri, mentre un altro, probabilmente una femmina, a sua volta si slanciava fuori dei cespugli, facendo fronte a Koltar ed all’ingegnere.

— Mirate giusto! — gridò Buffalo Bill.

Il vecchio ephraim, come gli americani chiamano scherzando quelle terribili fiere, con un balzo improvviso, di cui non si sarebbe mai creduta capace una belva di forme così massicce, piombò su Buffalo Bill, ma lo scorridore conosceva troppo bene quegli avversari per lasciarsi cogliere.

Con un salto di fianco evitò l’urto, poi, appoggiata rapidamente la carabina sul petto dell’orso, la scaricò a bruciapelo.