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Prese il suo fucile, si issò agilmente sulla cassa, poi montò sull’imperiale, a rischio di ricevere qualche palla nel cranio, poichè gli indiani non avevano cessato di far fuoco con una dozzina di fucili.

Di lassù gettò un rapido sguardo fra le erbe, poi, con un salto solo si slanciò a terra, dicendo:

— Ci sono vicini!

— Da quale parte? — chiesero ad una voce Harris e Blunt.

— Vengono di là, — rispose il colonnello, additando l’occidente.

— I cavalli sono attaccati, — gridò in quel momento Koltar.

— Tremano?

— No, colonnello.

— Ai vostri posti, signori, e tu, Koltar, non risparmiare le frustate.

La scorta, Harris, Blunt e Koltar s’arrampicarono lestamente sulla corriera, mentre i cow-boys, ad un comando di Buffalo Bill, rialzavano i loro cavalli e salivano in arcione.

— Via, corriere, — gridò il colonnello, che era già in sella.

Due o tre colpi di fucile rimbombarono fra le erbe, a pochi passi dalla corriera, poi intorno risuonò il terribile urlo di guerra dei Pelli Rosse, che chi ha udito una sola volta non dimentica più, ed è il segnale della carica suprema e della lotta corpo a corpo.

Uno dei cow-boys, rimasto un po’ indietro per stringere una cinghia del suo mustano, venne colpito alla testa da un tomahawk lanciato a tutta forza da un guerriero e precipitò di sella senza mandare un gemito.

Subito un indiano, che doveva essere vicinissimo, rapido come una pantera, balzò addosso al caduto col coltello in pugno.

Con rapidità impossibile a descriversi, lo afferrò pei capelli con la mano sinistra, gli tracciò sul cranio un circolo, servendosi della punta del coltello, poi, passata la lama sotto la pelle, lo scotennò con uno strappo poderoso. Aveva alzato quel sanguinoso trofeo di guerra e apriva la bocca per salutarlo con un urlo selvaggio, quando a sua volta stramazzò esanime sul petto del povero cow-boy.

Buffalo Bill l’aveva scorto a tempo, e aveva fatto fuoco su di lui fulminandolo sul posto.

— Tom è vendicato!... — gridò, spronando il cavallo e mettendosi a lato della corriera, per meglio proteggere Annie.

— Frusta, Koltar.

Il gigante non aveva bisogno d’incoraggiamenti. Con mano di ferro aveva guidati i mustani lungo il margine della spaccatura, in fondo alla quale si dibattevano ancora i due trottatori di testa, poi aveva lanciata la diligenza a corsa sfrenata, mentre la scorta, Harris, Blunt ed i cow-boys coprivano la ritirata con un fuoco infernale.

I Navajoes che avevano fasciati indietro i loro cavalli, si prova-