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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO | 119 |
— Colonnello, — disse Harris, facendosi innanzi — conoscete quell’uomo?
— È il peggior bandito che esista nel Gran Cañon, — rispose il cacciatore di bisonti. — Lo conosco personalmente, ed un giorno poco è mancato che non l’uccidessi col calcio del mio fucile.
— Chi è? — chiese Annie.
— Una specie di gigante, brutale come un orso grigio, canaglia come un ladro di cavalli, che io sarei ben lieto di poter un giorno appiccare a qualche solido ramo. Ah!... È lui che ha fatto prigioniero vostro padre!... Domanderà una bella somma per lasciarlo libero.
— Enorme, colonnello, — rispose Annie.
Il volto del colonnello era diventato terribile.
— Quel miserabile ha osato tanto, dopo essere stato beneficato da vostro padre? Miss, voi mi racconterete dettagliatamente ogni cosa e, parola di Cody, quel brigante finirà la sua triste esistenza appeso ad un albero. Mastro Koltar, accampiamoci qui per questa notte e, se hai dei viveri, prepara un po’ di cena per questi signori e per i miei uomini, che non hanno mangiato nulla da stamane. Il servizio nella prateria è pesante e non si sa mai quando ci si potrà sfamare.
Miss Annie, mi narrerete ogni cosa cenando.
— E gl’indiani? — chiese il gigantesco corriere.
— Per ora non preoccuparti di loro. Sapendo che io sono con voi, non ci assaliranno tanto presto. Mi hanno già riconosciuto, e non oseranno nulla pel momento. Domani vedremo.
— Si raccoglieranno in buon numero, Buffalo Bill, — rispose il corriere.
— E noi raccoglieremo le nostre cartucce, — rispose tranquillamente il colonnello. — I miei cow-boys non sono uomini da spaventarsi tanto facilmente. So scegliere i miei uomini e, se non sono coraggiosi, li ripudio.
— Scusate, signor Cody, — disse Harris, — che cosa facevate nella prateria ad un’ora così inoltrata?
— Stavo scortando un migliaio di buoi provenienti dal Gran Cañon, che un ricco ranchman, mio amico, mi aveva affidati perchè li conducessi in salvo a Peach Springs. Li avevo mandati molto innanzi e noi coprivamo la ritirata, quando udimmo le vostre fucilate. Immaginando che i Navajoes assalissero un gruppo di ritardatari, abbandonammo il bestiame, e partimmo al galoppo per porgere aiuto. Sono ben lieto di essere giunto in così buon punto. Koltar, hai qualche cosa da darci?
— Il castello della corriera è sempre provvisto, — rispose il gigante.
— Accampiamoci e aspettiamo l’alba, — disse Buffalo Bill.