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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 111


— Sono pronta ad aprire il fuoco, — rispose la giovane con voce tranquilla. — Non tremate per me, amico mio.

— Con nove carabine faremo prodigi, — disse Blunt. — Mitraglieremo per bene quei furfanti, lo vedrete, signora Annie.

La corriera guadagnava rapidamente via. I sei mustani, che pareva avessero il fuoco nelle vene e dovevano essere dei corridori instancabili, non accennavano a rallentare, quantunque avessero già percorso una quindicina di miglia tutte d’un fiato.

Adesso era Koltar che cercava di rallentare il loro slancio per paura che si trovassero spossati nel momento del pericolo.

— Adagio, agnellini, — ripeteva, dando una poderosa strappata alle briglie. — Non bisogna esaurirsi tutto d’un colpo.

Verso le undici, non scorgendo alcun cavaliere, nè avendo più udito l’urlo delle coyote, il gigante arrestò le diligenza per accordare agli animali un po’ di riposo.

In lontananza si scorgeva vagamente una massa oscura che copriva un vasto tratto della prateria.

— Che cos’è? — aveva chiesto Harris.

— Un bosco, — rispose Koltar.

— Che attraverseremo?

— No, signore, che gireremo, e anche molto al largo. Se vi sono degl’indiani, è là che si terranno imboscati. E’ appunto per questo che lascio riposare i miei animali, quantunque siano così vigorosi da percorrere trenta miglia senza mai fermarsi.

— Li avete scelti con cura.

— Non se ne trovano di simili in tutta la prateria. Capirete che è necessario aver sotto mano dei trottatori instancabili, per non lasciare la capigliatura in mano alle Pelli Rosse. Devo la mia vita, e non una sola volta, alle gambe vigorose dei miei cavalli.

— E se...

— Tacete, signore, — disse vivamente Koltar, alzandosi in piedi e corrugando la fronte.

Alla sua destra aveva udito un rumore che pareva prodotto dal lontano galoppo d’un cavallo, poi un urlo, quello d’una coyota, si era fatto udire.

— Ancora, — disse il gigante. — Siamo già segnalati e scommetterei la mia pipa contro venti dollari che ci aspettano sul margine del bosco, per darci addosso.

— E noi saremo pronti a riceverli, — disse Blunt.

Go ahead!... — gridò Koltar.

I cavalli ripartirono a corsa moderata, trattenuti dal corriere, e piegarono verso levante, per tenersi al largo della foresta.

Passarono dieci minuti, poi si udì uno dei soldati gridare:

— Eh, corriere, bada che siamo scortati.