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Il «mpungu» 75

le spie di Kalani sulla sua vera direzione, risalì verso il nord per guadagnare le grandi foreste del centro, ma obliquando leggermente verso l’ovest, come se volesse puntare su Kewe-Ga che è uno degli ultimi villaggi di frontiera della regione dei Krepi.

Voleva spingersi fino al 7° di latitudine settentrionale per poi piegare definitivamente verso oriente e rientrare nel Dahomey, attraversando l’alto corso del Mono, a meno di trenta o quaranta miglia dalla capitale di Geletè.

Colà era almeno sicuro di varcare le frontiere, senza venire arrestato dalle genti di Kalani.

Verso il tramonto di quello stesso giorno, la carovana accampava in mezzo ai grandi boschi, in una regione affatto selvaggia, fra giganteschi sicomori, bombax, palmizi, platanieri, banani, goyavi, cedri ed aranci di grandi dimensioni.

Le scimmie, così numerose in quelle regioni, ricominciavano ad apparire. Primeggiavano soprattutto le scimmie polto, quadrumani che hanno la testa quasi rotonda ma col muso un po’ sporgente, mani e piedi grandi, unghie robuste e ricurve, la coda corta ed il pelame lanoso, grigio rossastro.

Quantunque non siano più alte di trentacinque o quaranta centimetri, posseggono dei polmoni d’acciaio, poichè lanciano delle grida veramente spaventose.

Queste scimmie hanno un modo curioso per dormire. Invece di rannicchiarsi entro qualche cavo o sulle biforcazioni degli alberi, si aggrappano ai rami coi piedi e colle mani e nascosto il capo sotto l’una o l’altra ascella, rimangono in tal modo sospese tutta la notte.

Erano anche numerosissimi i machi orsini, scimmie non più alte d’un piede, col muso assai appuntito che somiglia a quello dei piccoli orsi, gli orecchi sottili, il pelame fitto, lanoso, bruno oscuro sul dorso e grigiastro sul ventre.

Antao che era impaziente di abbattere qualche animale, avendo udito Asseybo vantare la delicatezza della carne di quelle scimmie, risolse di approfittare del riposo della carovana per cercare d’ucciderne qualcuna.

Senza svegliare Alfredo che gustava un po’ di sonno sotto la tenda, in attesa della cena, s’armò della carabina e si cacciò in mezzo alla foresta seguìto da Asseybo, il quale aveva ricevuto l’incarico di non abbandonare il giovane cacciatore.