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La repubblica dei Popos | 73 |
disse Antao. — È un sistema che bisognerebbe adottare dappertutto. Ma dimmi, non si toccano più i morti?
— Le leggi del paese proibiscono severamente che vengano levati ed il fanatismo e la superstizione dànno a quel divieto un carattere sacro.
— Sarà un’onta per la famiglia del defunto.
— Un’onta ed un grande dolore, perchè questi negri credono che i debitori siano condannati alla loro uscita da questo mondo, a rimanere eternamente alle porte dell’altra vita senza mai potervi entrare.
— Un bello spauracchio in fede mia! Ora che ne so abbastanza alziamo i talloni e lasciamo che quei morti profumino gli sciacalli. Ne ho abbastanza di questi odori nauseabondi.
— Quest’oggi attraverseremo anche il Piccolo Popo e questa sera ci accamperemo sulle rive del Sio. Colà non incontreremo altri morti.
— Desidero le grandi foreste, Alfredo.
— Le ritroveremo fra un paio di giorni.
— E spero che cacceremo della grossa selvaggina.
— Anche degli elefanti, Antao.
— E dei rinoceronti?...
— Anche quelli.
— Ripartiamo presto. Il clima della Costa d’Avorio non mi conferisce troppo e sospiro il momento di ritrovarmi fra il profumo selvaggio delle grandi foreste. Ma... toh!... Hai veduto, Alfredo?
— Che cosa?...
— Un uomo sorgere fra le erbe del canale e poi subito a scomparire?...
— Sarà un negro che prende un bagno.
— È sparito troppo presto per crederlo un onesto nuotatore.
— Sarà una delle spie.
— Morte di Urano!... Che ci seguano ancora?...
— Lo sospetto.
— Ciò comincia a diventare seccante. Se ci seguissero anche nel paese dei Togo?...
— Ce ne sbarazzeremo, — disse Alfredo, battendo sulla canna della carabina, ma con un gesto minaccioso. — Nei grandi boschi le ritroveremo presto. —