Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
L’assalto notturno dei leoni | 59 |
Capitolo IX
L’assalto notturno dei leoni
Alfredo, da uomo prudente e che conosceva la vita dei boschi, dopo d’aver cenato e di aver visitate le ferite dell’amazzone le quali ormai si cicatrizzavano rapidamente, fece legare i cavalli attorno ad un palo infisso profondamente nel suolo per impedire che si sbandassero e che cadessero sotto i denti delle iene, poi in compagnia d’Antao, battè le alte erbe della radura per un vasto tratto, volendo essere certo che non si nascondessero animali pericolosi.
Rassicurato da quelle precauzioni indispensabili per coloro che s’accampano in mezzo alle selvagge foreste dell’Africa che sono pullulanti di fiere, fece radunare una catasta di legna secca per mantenere i fuochi accesi, poi stabilì i quarti di guardia. Asseybo ed un dahomeno furono incaricati della prima veglia che doveva durare fino alla mezzanotte, Alfredo ed Antao s’incaricarono della seconda che doveva prolungarsi fino alle tre del mattino ed il secondo dahomeno dell’ultima, la più breve e la meno pericolosa, usando le fiere rintanarsi ai primi albori.
Asseybo ed il suo compagno, fatto il giro del gigantesco gruppo dei sicomori e ravvivati i fuochi, si sedettero alle due estremità del campo col fucile fra le ginocchia, aprendo per bene gli occhi e tendendo accuratamente gli orecchi.
Un silenzio assoluto regnava sotto la grande e tenebrosa foresta, i cui alberi pareva che formassero una massa impenetrabile. Solamente di quando in quando un soffio d’aria che spirava dalla costa, faceva stormire lievemente le grandi foglie piumate dei palmizi, dei cocchi e dei datteri spinosi, producendo un sussurrìo strano che si perdeva rapidamente in lontananza.
Quel silenzio non doveva però durare molto. Dietro le alte cime della foresta cominciava a diffondersi nel cielo una luce pallida, annunciante l’imminente comparsa dell’astro notturno e le fiere non dovevano tardare a lasciare i loro covi per cominciare le loro sanguinose stragi.
Ad un tratto uno scoppio di risa sgangherate, risuona fra