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54 | Capitolo ottavo |
schiavi partirono al galoppo, sfilando in mezzo alle folte foreste che si estendevano ai due lati del sentiero.
Tre quarti d’ora dopo la carovana giungeva al piccolo villaggio che ospitava la povera negra. Questa nel vedere ricomparire Alfredo ed il portoghese, manifestò la più sincera contentezza e apprendendo che la conducevano con loro, si dichiarò pronta a mettersi in sella, quantunque le sue dolorose ferite non avessero ancora cominciato a cicatrizzarsi. Alfredo si guardò bene però dall’accettare quell’offerta, che poteva costare la vita alla coraggiosa ragazza.
Fece acquisto di nuovi cavalli, fece improvvisare una comoda barella stendendovi sopra un materassino acquistato a Porto Novo, lo fece legare ai due cavalli posti l’uno dietro l’altro, e dopo d’aver disinfettate e fasciate nuovamente le ferite, vi fece adagiare la negra. Per colmo di precauzione la fece riparare da un’arcata di grandi foglie di banano per preservarla dai colpi di sole, i quali, come già fu detto, sono pericolosissimi in quelle regioni.
A mezzodì, dopo una modesta refezione, la carovana abbandonava l’ospitale villaggio, e attraversato a guado l’Ouzme, scendeva verso le umide e malsane regioni della Costa per girare le sponde settentrionali della grande laguna di Nokue e raggiungere quindi le rive del canale costiero che si prolunga fino al lago di Togo.
Il caldo era intenso, ma le foreste erano fitte e proteggevano la carovana dai raggi solari. Regnava però sotto quei grandi alberi, di cui alcuni avevano delle proporzioni smisurate, un’aria da serra calda che faceva zampillare il sudore da tutti i pori, quantunque i due bianchi si fossero sbarazzati di buona parte delle loro vesti.
Pure che potenza di vegetazione fra quella temperatura ardente!... Dappertutto si slanciavano in alto tronchi d’ogni dimensione e d’ogni tinta, che confondevano poi i loro rami e le loro foglie smisurate a cinquanta, a sessanta e perfino a cento piedi dal suolo.
Miriadi di liane, formanti splendidi festoni e di piante arrampicanti adorne di grappoli di fiori esalanti penetranti profumi, li avvolgevano, salendo fino alle più alte cime, per poi ridiscendere e quindi risalire di nuovo.
Di sotto a quelle piatte colossali, altre ne erano spuntate oc-