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L’odio di Kalani 33

parte della mia fortuna e non m’importa che l’abbiano distrutta, ma il mio fratellino.... Antao, io fremo pensando cosa possono fare di quel poverino incapace a difendersi.

— Udiamo, Alfredo — disse il portoghese, sedendosi su di un barile e costringendo l’amico ad imitarlo. — Sii calmo e ragioniamo per vedere cosa ci convenga fare. I rapitori ormai sono lontani e non potremo di certo raggiungerli, quindi è inutile per ora metterci sulle loro tracce. Fors’anche hanno preso le loro misure per impedirci di seguirli e non siamo in grado di cimentarci in un combattimento contro di loro, specialmente in mezzo ai boschi.

— Lo so, Antao. Nulla potremmo ottenere inseguendoli.

— Consigliamoci adunque, ma dimmi innanzi tutto, a che cosa si deve attribuire quest’assalto improvviso.

— A una vendetta di Kalani.

— Ma chi è questo dannato Kalani, che odo nominare per la centesima volta?

— Due anni or sono era un servo ed ora è uno dei più potenti cabeceri del Dahomey.

— Sta bene, è un furbo che in due soli anni ha fatto un bel salto, una fortuna che sarebbe sorprendente in Europa, ma non in Africa. Perchè ti odiava?...

— L’avevo preso come servo, perchè era un negro scaltro, intelligente, energico e credevo anche affezionato, quantunque più tardi fossi stato informato che invece di essere un nativo del Gran Popo, era un dahomeno. Essendomi accorto che mi rubava, minacciai di scacciarlo, ma continuando, un giorno, acciecato dall’ira, lo feci frustare.

Una settimana dopo Kalani improvvisamente scompariva, dopo d’aver detto ad uno dei miei servi che sarebbe ritornato per vendicarsi. Non ne feci caso ed ebbi torto.

Quel furfante, ritornato nel Dahomey, si era accaparrata la fiducia di alcuni capi, poi del re Geletè ed era stato creato, non so per quale motivo, gran cabecero di Abomey, ossia gran capo e grande sacerdote dei sacrifici umani e dei feticci.

Un giorno, un negro che veniva da Abomey, mi fece avvertire che Kalani era sempre smanioso di vendicarsi; più tardi un altro mi consigliava di tenermi in guardia, poichè il mio servo tentava di indurre Geletè a fare una spedizione contro Tofa per farmi schiavo, aggiungendo che era spalleggiato dal