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24 | Capitolo quarto |
— Gamani è stato assalito e hanno fatto fuoco sulla nostra scialuppa. Cosa vuoi di più?... —
Un secondo gemito, più doloroso del primo, uscì dalle labbra della giovane donna seguìto da queste parole pronunciate in lingua uegbè, idioma parlato in tutti gli stati costieri del grande golfo di Guinea:
— Da bere, signore.... da bere.... —
I due cacciatori, un po’ commossi da quella invocazione che aveva un accento straziante, s’avvicinarono alla donna, la quale si era alquanto sollevata.
Il viso della giovane guerriera nulla aveva dell’ardita espressione delle amazzoni del barbaro re. Aveva una fisonomia dolce, dai lineamenti regolari, con un naso quasi diritto invece di essere schiacciato, come lo hanno le donne di razza negra, una bocca piccola con due labbra rosse che mostravano dei denti d’una ammirabile bianchezza. Anche i suoi occhi non erano così grandi, nè così sporgenti: erano invece tagliati quasi a mandorla, d’un nero lucente, pieni d’espressione ed intelligenti.
Vedendo appressarsi i due cacciatori, l’amazzone fece istintivamente un gesto come se cercasse il fucile od il coltellaccio, ma parve subito si pentisse di quell’atto e tese ambe le mani verso di loro, ripetendo con voce fioca:
— Da bere.... signori.... —
Alfredo che comprendeva perfettamente la lingua uegbè, prese la fiaschetta che portava alla cintura, ripiena d’acqua mescolata ad un po’ di arak e si curvò sulla giovane donna che il portoghese sorreggeva per impedirle di ricadere, ma poi ritirò la mano, dicendo:
— Sì, io ti darò da bere, ma se mi dirai cosa facevi in questa foresta.
— Te lo dirò.... signore.... lo giuro sul mio feticcio1 ma brucio.... soffro.... dammi una goccia d’acqua.... —
Il cacciatore quantunque avesse i suoi motivi per odiare i sudditi del Dahomey, non era crudele. Comprese che quella povera donna doveva essere rosa dalla febbre causatale da quelle atroci ferite e le porse la fiaschetta, senza più esitare.
- ↑ Informi divinità, rappresentanti per lo più mostri o persone orribili, burlescamente camuffate, che i negri della Costa adorano. Generalmente sono di legno o di creta.