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La morte di Kalani | 243 |
pareti coperte di belle stuoie dipinte a vivaci colori ed illuminata da una lampada d’argilla, su di un grande cuscino giaceva un bel ragazzo dalla pelle assai abbronzita, dai capelli neri e ricciuti, dal profilo ardito, che rassomigliava moltissimo a quello d’Alfredo, e dalle labbra vermiglie. Poteva avere dieci anni, ma il suo corpo, assai sviluppato, poteva adattarsi ad uno di tredici o di quattordici.
Quel giovanetto dormiva tranquillamente, come si fosse trovato in piena sicurezza invece che sotto il tetto del più feroce e vendicativo uomo del Dahomey. Solamente le sue nere e sottili sopracciglia che si erano incrociate, dimostravano che qualche pensiero o qualche cattivo sogno turbava un po’ il suo sonno.
Alfredo gli si era precipitato sopra mandando un grido di gioia, l’aveva afferrato fra le robuste braccia e se l’era stretto al petto coprendolo di baci ed esclamando con voce rotta:
— Bruno!... Mio Bruno!... Ti rivedo finalmente, fratellino mio!... —
Il ragazzo, svegliato bruscamente, aveva aperti i suoi grandi occhi neri guardando, come trasognato, quell’uomo che se lo stringeva al petto come fosse impazzito, ed istintivamente aveva fatto un gesto come per respingerlo, ma ad un tratto aprì le braccia e le rinchiuse attorno al collo del fratello, gridando:
— Alfredo!... Sogno io?... No... vedo anche il signor Antao!... Fratello!... Signor Antao!...
— Morte di tutte le stelle del firmamento!... — tuonò il portoghese, che non trovava più alcun nome dei suoi pianeti favoriti, tanta era la sua commozione. — Qui, fra le mie braccia, fanciullo mio!... Morte del Dahomey!... Sono tutto scombussolato!... Toh!... Che strano fenomeno!... I miei occhi sono bagnati!... —
Il bravo giovane aveva strappato il ragazzo dalle braccia d’Alfredo e se l’era stretto al petto, tempestandolo di baci, mentre Gamani, che pareva fosse impazzito per la gioia, gli ballava intorno, gridando:
— Il padroncino!... Il padroncino!... Oh Gamani è contento di vederlo libero!...
— Silenzio!... — esclamò ad un tratto il padre d’Urada, che si era avvicinato ad una feritoia. — Ho udito il fischio d’allarme di mia figlia.
— Ci segnala l’avvicinarsi di Kalani, — disse Gamani.