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230 | Capitolo trentunesimo |
Alfredo, Antao e Gamani, passato il primo istante di stupore, gli si erano lanciati dietro minacciando di ucciderlo se non si arrestava, ma il negro, che pareva fosse impazzito per lo spavento, continuava a fuggire come un cervo, girando e rigirando attorno alle capanne ed ai tronchi degli alberi.
— Fermati, non vogliamo farti male!... — gridavano Alfredo e Gamani, mentre il portoghese, furibondo, giurava su tutti i pianeti di scorticarlo vivo se non cessava dall’urlare.
Finalmente, dopo una lunga corsa, il sacerdote si cacciò in una capanna. I due bianchi e Gamani credettero di poterlo raggiungere e costringerlo al silenzio, ma si erano ingannati, poichè quell’indemoniato aveva già dato l’allarme e che allarme fragoroso!... Armatosi d’una specie di mazza, si era messo a percuotere, con una foga diabolica, una grande lastra di metallo che pendeva dal tetto della capanna, facendo un tale fracasso da svegliare anche un ubriaco. Pareva che tuonassero dei piccoli pezzi d’artiglieria.
Gamani, con un pugno poderoso, aveva mandato a gambe levate quell’ostinato, ma ormai tutti gli abitanti del recinto e dei dintorni dovevano aver udito quella campana di nuova specie.
— Siamo presi!... — aveva esclamato Antao, impallidendo. — Ma prima scorticherò vivo questo birbante!...
— Non ci hanno ancora in mano, — disse Alfredo. — Prima che gli abitanti siano qui, noi avremo superata la muraglia, Gamani, lega ben bene quest’uomo.
— È già legato, padrone, — rispose il negro. — Credo anzi che non si muoverà per un bel po’, poichè non dà segno di vita.
— Meglio così: orsù, in ritirata.
— E Bruno?... — chiese Antao.
— Andiamo a frugare le capanne prima, ma temo che non si trovi più qui. Forse Kalani l’avrà condotto seco, ma lo ritroveremo. Antao, non dubitare o meglio li troveremo tutti e due. —
Abbandonarono precipitosamente la capanna e si slanciarono attraverso ai viali. Avevano veduti alcuni lumi dalla parte opposta del recinto e s’affrettavano per tema di venire sorpresi dai sacerdoti che stavano vuotando le bottiglie del re.
Ai piedi della muraglia s’incontrarono con Urada e suo padre. Un breve e rapido dialogo s’impegnò fra il vecchio ed Alfredo.
— Nulla?...
— Nulla; il ragazzo è scomparso. Credi che si trovi da Kalani?