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192 | Capitolo ventiseesimo |
Alfredo fece deporre le ceste sotto la tettoia, regalò ad ognuna delle quattro amazzoni un fazzoletto di seta rossa, poi rimandò tutti dal cabecero dicendo di non aver bisogno di schiavi avendo i propri, ed incaricandoli di ringraziarlo della sua generosità.
Il soldato che li aveva guidati, desiderando forse di prendere parte alla cena, tentava di rimanere coi due ambasciatori, ma Alfredo, che voleva sbarazzarsi di quel pericoloso testimone, lo incaricò di portare al gran cabecero un altro regalo consistente in una fascia di seta verde ricamata in oro e per consolarlo della perdita del pasto, regalò a lui una cartucciera di pelle azzurra ed una libbra di polvere da sparo, ingiungendogli però di non ritornare che al mattino seguente.
Il capo della Città Santa si era mostrato generoso verso i due ambasciatori, segno evidente che la collana d’argento era stata assai gradita ed apprezzata.
Le ceste infatti contenevano tanti viveri da nutrire quaranta persone. Vi erano due pentole di canalu, dei polli, del bue arrostito, dei legumi, delle noci di calla, delle frutta, due bottiglie di ginepro d’importazione europea, delle zucche ripiene d’una specie di birra ottenuta col miglio fermentato e parecchie candele di sego.
In una cesta scoprirono perfino due scatole di sardine di Nantes, acquistate certamente dai negozianti francesi di Widdah, ma il caldo aveva ridotto il contenuto in tale stato, da riuscire sgradevolissimo ai palati europei.
Alfredo ed Antao fecero onore ai polli, al bue, alle frutta ed alla birra, ma abbandonarono il canalu ai due dahomeni, essendo talmente condito di pimento da non potersi inghiottire.
Vuotato un bicchiere di ginepro e accese le sigarette, si sdraiarono sulle casse in attesa di Urada e di suo padre.
La piazza era diventata deserta. Gli abitanti che dapprima ronzavano attorno alla tettoia attirati dalla curiosità, si erano tutti ritirati nelle loro case, forse dietro ordine del grande cabecero. Solamente dinanzi ai due palazzi del re vegliavano alcune amazzoni armate di fucili e di coltellacci, ma erano così lontane da non poter scorgere una persona che si fosse avvicinata alla dimora degli ambasciatori.
Verso la mezzanotte, Alfredo che si alzava di frequente guardando verso tutti gli sbocchi delle vie, scorse due ombre umane