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182 Capitolo venticinquesimo

pate a spolpare numerosi cadaveri umani già imputriditi dall’intenso calore.

Incontravano poi capanne mezze distrutte, alcune abbattute ed altre mezze divorate dal fuoco, palizzate sfondate, poi altri scheletri d’uomini ed anche non pochi d’animali. Pareva che le feroci bande di Geletè avessero fatto delle razzie in quei luoghi ed in un’epoca molto recente, forse qualche settimana prima.

Temendo d’incontrare i razziatori, la carovana evitò di accostarsi a Toune, grossa borgata che si trova quasi ad eguale distanza fra i fiumi Mono e Koufo, e cominciò ad avanzarsi con grande prudenza. Quella seconda notte non accese i fuochi, per non attirare l’attenzione di quelle bande di predoni che potevano catturarla e saccheggiarla. Essendo però gli animali feroci numerosi fra quelle alte erbe, e non potendo tenerli lontani coi fuochi, dovette rifugiarsi in una capanna.

Non ostante quelle precauzioni, il terzo giorno, a quattro o cinque miglia da Tado, altro popoloso borgo che si trova più al nord di Toune, fecero improvvisamente l’incontro d’una truppa di dahomeni, la quale formava forse la retroguardia delle colonne predatrici.

Si erano inoltrati in una boscaglia, quando si videro circondare da una cinquantina di guerrieri che pareva si fossero fino allora tenuti nascosti in mezzo ai più fitti cespugli, per piombare addosso alla carovana all’improvviso.

Erano tutti bei pezzi di negri dalla tinta bronzina a riflessi rossastri, dai lineamenti più regolari degli abitanti della Costa, vestiti con una giacca bianca e sottanina dell’egual colore e col capo coperto da uno stravagante berretto che si rialzava ai lati, in forma di due corna.

Erano tutti armati di fucili di vari calibri, alcuni moderni ma altri assai antiquati e di larghi coltellacci dalla lama assai pesante, ma tagliente come un rasoio.

— Morte di Nettuno!... — esclamò Antao. — Ecco i lupi di Geletè!...

— O meglio i leopardi del Dahomey, — disse Alfredo, arrestando i suoi uomini che si preparavano ad armare le carabine ed a disporre in circolo gli animali, onde servissero di barriera ai loro padroni.

I guerrieri dahomeni, quantunque dieci volte superiori di nu-