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158 Capitolo ventiduesimo

ciare un sonnellino. Speriamo che finchè dormo qualche stupido elefante non venga a gettarsi nella trappola.

Il sole era allora tramontato da alcuni minuti e la notte era scesa, ma una notte oscurissima, non essendovi luna.

Il portoghese, invitato dal profondo silenzio che regnava nella foresta e vinto dalla stanchezza, non tardò ad addormentarsi profondamente, come se fosse coricato sul più soffice letto di tutto il Portogallo.

Il suo sonno però, dopo alcune ore, fu bruscamente interrotto da scrosci di risa sgangherati che scendevano dall’alto.

— Il diavolo si porti la gente allegra! — esclamò il portoghese, alzandosi di assai cattivo umore. — Pare che si divertano nella foresta. Che ridano della mia disgrazia?... —

Lasciò il suo comodo giaciglio, sul quale contava di russare beatamente fino all’alba e guardò verso l’orlo della buca.

— Altro che gente allegra!... — mormorò. — Sono bestie affamate, che sarebbero ben contente di banchettare col mio corpo. —

Quatto paia d’occhi a riflessi verdastri, che brillavano come quelli dei gatti, erano fissi su di lui, con un’ostinazione da fare accapponire la pelle al più coraggioso cacciatore del continente nero.

Ci volle poco al portoghese, per sapere a chi appartenevano. Erano gli occhi di quattro grosse iene macchiate, le quali accortesi che in fondo alla buca vi erano delle prede, si erano affrettate ad accorrere colla speranza di divorarsele.

Se però la discesa era facile, la salita era difficile e quei ributtanti carnivori non avevano nessuna intenzione di andarsi a cacciare in quella trappola.

— L’ingordigia vi tenta, ma la paura di venire a tenermi compagnia vi trattiene, — disse il portoghese, ormai rassicurato. — D’altronde ho qui uno spiedo che può servire anche contro di voi. —

Le quattro iene, vedendolo alzarsi, si erano ritirate di qualche passo, cominciando un concerto indiavolato a base di scrosci di risa tutt’altro che gradito per gli orecchi del prigioniero.

Per un po’ Antao pazientò sperando che le iene si allontanassero, vedendo però che si ostinavano a rimanere presso l’orlo della trappola, si rialzò furioso, e salito sui facocheri, vibrò un