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156 Capitolo ventiduesimo

— Ancora quegli ostinati maiali!... — esclamò. — Ora vi mando a tenere compagnia al vecchio maschio. —

Gli altri tre facocheri, che avevano avuto il tempo di trattenersi dinanzi al trabocchetto, correvano all’impazzata intorno alla buca grugnendo rabbiosamente, come fossero furibondi per non aver potuto vendicarsi del disgraziato portoghese.

Di tratto in tratto s’arrestavano allungando i loro brutti musi verso la fossa e battendo fortemente le loro lunghe zanne che producevano un rumore simile a quello delle mascelle dei caimani allorchè si rinchiudono, poi cercavano di avanzarsi sullo strato di canne mezzo sfondato; ma comprendendo che correvano il pericolo di seguire il vecchio maschio, s’affrettavano a retrocedere.

Antao raccolse la carabina che era caduta in un angolo, ma quando volle caricarla, s’avvide che la fiaschetta della polvere erasi spezzata, spargendo le munizioni sul fondo limaccioso della trappola.

— Morte di tutti i facucheri della terra!... — esclamò dando un calcio alla fiaschetta sventrata. — Eccomi in un bell’impiccio!... Se Alfredo e Asseybo non vengono a liberarmi, quei dannati animali non mi lasceranno uscire da questa dannata buca!... Uscire! Credo che anche senza quei porci non vi riuscirei di certo!... Ma toh! L’idea mi pare buona ed il coltello vi può giungere. —

Senza più occuparsi dei facocheri, i quali d’altronde non potevano giungere fino a lui, si levò la cinghia che gli sorreggeva i calzoni, poi estrasse il coltello da caccia che pendevagli dal fianco, un’arma lunga un buon piede e di una tempra eccezionale, quindi la legò saldamente all’estremità della canna del fucile, formando una specie di lancia.

— Sbarazziamoci per ora dei porci, — disse. — Poi vedremo se vi sarà il mezzo di uscire dalla trappola. —

Guardò in alto e vide i tre facocheri riuniti, i quali lo guardavano coi loro occhietti neri, digrignando i denti e grugnendo.

Allungare rapidamente il fucile e piantare il coltello in mezzo al ventre del più vicino, fu la cosa d’un istante.

L’animale, trapassato fino alla spina dorsale, mandò un urlo acuto e piombò nella buca, dibattendosi fra le strette dell’agonia. Gli altri due, spaventati, fecero un rapido voltafaccia e fuggirono a tutte gambe in mezzo alla foresta.