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154 Capitolo ventiduesimo

Il negro additò loro un macchione di cespugli, i cui rami si agitavano. Quasi contemporaneamente udirono dei grugniti che parevano emessi da una banda di suini.

— Dei porci qui? — chiese Antao, con stupore.

— Credo che siano facocheri, — rispose Alfredo, che pareva esitasse ad impugnare la carabina. — La loro carne vale una palla, ma vi è il pericolo di farci sventrare dalle lunghe zanne di quei cignali coraggiosi.

— Non abbiamo avuto paura dei leoni e dei leopardi e meno ne avremo di quei signori facachi o facuchi che siano.

— Facocheri, Antao.

— Sia pure. Orsù, una buona scarica là in mezzo.

— Temo che siano molti.

— Meglio per la nostra cucina.

— Ma i sopravviventi alla scarica ci assaliranno.

— E noi li respingeremo.

— Giacchè lo vuoi, proviamo. —

In mezzo al macchione si scorgevano, ad intervalli, dei robusti dorsi coperti di lunghe e grosse setole e delle code attorcigliate che si agitavano.

I due cacciatori ed Asseybo piantarono le carabine mirando per alcuni istanti, poi fecero fuoco.

Il fumo si era appena diradato che videro irrompere dai cespugli dodici o quindici brutti cignali, di taglia grossissima, armati di zanne arcuate, lunghe parecchi pollici.

Due caddero dopo pochi passi, ma gli altri, che parevano in preda ad un furore tremendo, continuarono la corsa, scagliandosi impetuosamente sugli assalitori.

Alfredo e Asseybo, che si trovavano vicini ai rami del baobab, i quali, come si disse, si curvavano verso terra, con due salti furono lesti ad aggrapparvisi mettendosi in salvo; ma il povero portoghese, che si trovava più lontano e che forse era rimasto scombussolato da quell’improvviso assalto, si raccomandò alle proprie gambe, fuggendo a precipizio in mezzo alla foresta.

Sette od otto facocheri s’arrestarono sotto il baobab grugnendo rabbiosamente e cercando, con salti disordinati, di mordere le gambe d’Alfredo e del negro, ma altri tre, guidati da un vecchio maschio, si misero dietro al fuggiasco.

Fortunatamente Antao aveva buone gambe e correva come un daino, girando attorno ai tronchi per far perdere tempo ai