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Il supplizio d’un ladro nell’Ascianti | 137 |
Alfredo che già aveva perduta la pazienza, stava per prendere una risoluzione decisiva, recandosi in persona dal giudice o dal capo della città col pericolo di far fuggire i ladri, quando il dahomeno, che era uscito sulla via per la venticinquesima volta, annunciò il ritorno di Asseybo e del suo compagno, seguìti da otto negri che portavano due amache sospese a quattro grossi bastoni formanti un parallelogrammo e riparate da un piccolo tetto di foglie.
Alfredo ed Antao si erano affrettati ad uscire sulla via, dove s’incontrarono con Asseybo, il quale era corso innanzi agli otto portatori.
— Padrone, — disse con voce lieta. — I ladri sono stati presi!...
— Presi di già! — esclamarono Alfredo ed il portoghese.
— Cioè uno solo è stato preso vivo, poichè un altro che si era ribellato agli uomini del dikero è stato ucciso ed il terzo è scomparso.
— E la negra?...
— È in casa del dikero.
— In buona salute?... — chiese Antao.
— Guarita completamente dalle sue ferite.
— E le nostre casse e gli animali? — chiese Alfredo.
— Sono state ricuperate intatte.
— Ma cosa vengono a fare questi uomini con quelle amache!...
— Te li manda il dikero per condurre te ed il signor Antao a casa sua.
— Ha gradito i regali adunque?...
— Lo puoi comprendere dalla rapidità con cui ha fatto radunare le sue guardie e piombare addosso ai ladri.
— Andiamo da quel brav’uomo. —
I portatori si erano arrestati dinanzi alla tettoia ed attendevano gli europei. Alfredo ed Antao salirono in quelle comode amache, i negri si posero sulla testa, difesa da cuscini bene imbottiti, i quattro angoli dei parallelogrammi e si misero lestamente in marcia preceduti da Asseybo e seguìti dai due dahomeni che conducevano l’ultimo cavallo.
Nell’Ascianti quelle lettighe sono grandemente usate, sia per trasportare i passeggieri, sia per le merci. Si può dire non conoscano altro mezzo di locomozione perchè cosa davvero strana, quantunque posseggano molti buoi e non siano rari, nel loro