Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
134 | Capitolo diciannovesimo |
vaso, entro cui cresceva una pianticella ed in un monticello di terra che i proprietari della dimora hanno il dovere d’imbiancare tutti i giorni o di tingerlo di color rosso pallido.
È sotto quel monticello che ordinariamente si nascondono le vittime sacrificate alle diverse divinità del regno e non è rado che i ricchi vi nascondano anche dell’oro, ma che nessun ladro però oserebbe toccare.
— Che strane credenze, — disse Antao, udendo le spiegazioni che gli dava Alfredo su quelle pentole svariate, contenenti quelle pianticelle venerate.
— Ma non si accontentano di avere gli oquiamis duah, — disse il cacciatore. — Hanno altri amuleti più stravaganti. Guarda quella capanna, presso la cui porta vedi quel piuolo alto un metro.
— A cosa serve?... Forse per impalare i miscredenti?...
— No, rappresenta un altro feticcio di molta importanza. Come vedi, quel piuolo sostiene una pietra che gli Ascianti, in buona fede, credono sacra e d’intorno vi è un piccolo recinto di fibre di palmizio che si mantiene accuratamente unto d’olio di palma.
Tutte le volte che i padroni della capanna mangiano, sono obbligati a deporre su quella pietra una porzione dei loro cibi, con grande consolazione dei topi o degli uccelli.
— Si vede che gli Ascianti sono amanti dei pali.
— Oh, venerano anche gli alberi che crescono nell’interno della città. A Cumassia, per esempio, ogni pianta viene rispettata e adorata come fosse un feticcio ed a nessuno è permesso di tagliarla, anche se i rami impedissero il passaggio alle persone.
Vi sono poi alcuni alberi che godono tale venerazione, che vengono tappezzati di offerte consistenti per lo più in pezzi di stoffe più o meno di valore. Quelle piante sono circondate da palizzate per proteggerle e se un uragano spezza qualche ramo, il re s’affretta a sacrificare immediatamente una o più vittime umane. Se poi l’albero venisse sradicato si fanno dei veri costumi del sangue con grande uccisione di schiavi.1
— Morte di Urano!... — esclamò Antao, indignato. — Ma in questi orribili paesi la vita umana ha dunque meno valore di un albero?... Che razza di barbari!...
- ↑ Storico.