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Sulle rive dell'Ousme | 7 |
— Colla differenza però che le fiere non sono chiuse dentro le gabbie e che non si farebbero alcuno scrupolo a mangiarti, se lo potessero.
— E Gamani che hai lasciato solo in mezzo alla foresta?... Che domani non lo troviamo più?...
— Gamani è un coraggioso e sa che tutti questi animali non sono capaci di arrampicarsi sugli alberi. Si sarà accomodato fra i rami di un sicomoro e vedrai che lo troveremo vivo.
— Ma i leopardi sono buoni arrampicatori, Alfredo.
— È vero, ma Gamani ha una buona carabina e sa servirsene. Ti dirò poi...
— Che cosa?... —
Invece di rispondere, il cacciatore si era bruscamente alzato, in preda ad un’improvvisa emozione. Con una mano tesa verso il compagno, come per invitarlo a non muoversi, ascoltava con profonda attenzione, senza osare respirare.
— Hai udito nulla? — chiese dopo alcuni istanti, con voce alterata.
— Assolutamente nulla, — rispose il portoghese, stupito.
— Mi era sembrato di aver udita una lontana detonazione.
— Dove?...
— Verso la mia fattoria.
— Ti sei ingannato, Alfredo.
— Dio lo voglia. Io ho paura di quell’uomo.
— Ma di chi?... Spiegati una volta!...
— Sì.... ma.... guarda laggiù!...
— Cosa vedi?...
— Non hai udito?...
— Un sordo respiro?...
— Sì, Antao.
— E mi pare di vedere l’acqua agitarsi presso la riva del fiume.
— È la preda che attendiamo.
— Un ippopotamo?...
— Arma la carabina!... Eccolo che si avanza verso l’isolotto.... Non mi ero ingannato conducendoti qui, lo vedi. —
Il portoghese non rispose ma si accovacciò fra le alte erbe, sotto la cupa ombra dei banani, armando risolutamente la grossa e pesante carabina.