Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
118 | Capitolo diciasettesimo |
guado, in un luogo dov’era stato acceso il fuoco e dove si vedevano gli avanzi di foglie mezzo rose dai cavalli.
Fu subito deciso di non lasciare tregua ai fuggiaschi e quantunque i due animali si mostrassero molto stanchi per l’eccessivo carico e pei brevi riposi loro accordati, la piccola carovana si mise subito in marcia, certa ormai di raggiungere i negri ad Abetifi, avendo notato che le tracce piegavano leggermente verso il sud-ovest.
Camminarono incessantemente tutto il giorno, spingendo innanzi gli animali a legnate, ma prima del tramonto si videro costretti ad arrestarsi sulle rive dell’Afram. Uno dei cavalli era caduto rifiutandosi ostinatamente di rialzarsi e l’altro non poteva proseguire per molto ancora.
Essendovi ancora qualche ora di luce, Alfredo ed Antao ne approfittarono per battere le macchie vicine, colla speranza di poter tornare al campo con un po’ di selvaggina.
Avendo rimarcato in una radura umida che scendeva verso un corso dell’Afram, delle tracce di zoccoli che parevano appartenenti a delle antilopi, andarono ad imboscarsi in mezzo ad alcuni folti cespugli, a circa cinquecento passi dall’accampamento.
Contando di ritornare molto tardi, si erano improvvisati un giaciglio di foglie fresche ed avevano accese le pipe in attesa che le tenebre calassero, quando in distanza parve a loro che fosse echeggiata una detonazione. Sapendo Alfredo che quella regione doveva essere deserta, non essendovi villaggi lungo la frontiera, quella detonazione lo fece balzare in piedi.
— Qualcuno caccia a due o tre chilometri da noi, — disse.
— Sarà qualche Asciante, — rispose Antao.
— No, — disse Alfredo, crollando negativamente il capo.
— E chi vuoi che sia stato a sparare quel colpo?
— I negri che inseguiamo.
— Bah!... Saranno lontani, quei bricconi.
— Qualcuno di loro può essere rimasto indietro.
— A quale scopo?..
— Per cercare di crearci degli imbarazzi.
— Sarebbe una bella occasione per prenderlo e fucilarlo.
— Se non per fucilarlo, almeno per averlo in nostra mano e farlo parlare. Toh!... Odi? Un altro sparo e questo molto più vicino.