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112 | Capitolo sedicesimo |
non lasciare tempo ai ladri di dileguarsi dopo di essersi sbarazzati del bottino, si avventurò sulla cenere ancora calda che copriva la pianura, ma i tre negri, che erano scalzi, furono ben presto costretti a salire sui cavalli per non guastarsi le piante dei piedi.
La traversata si compì senza incidenti e mezz’ora dopo i cinque uomini ed i due animali si trovavano sulla riva sinistra del Volta.
Questo fiume, che è uno dei più grandi che solcano le regioni della Costa d’Avorio, quantunque bagni il possedimento inglese, è ancora oggidì poco conosciuto e non si sa quale sia la lunghezza del suo corso, nè si conosce precisamente dove abbia le sue sorgenti.
Pare però che venga formato da due considerevoli corsi d’acqua ai quali furono ultimamente imposti i nomi tedeschi di Schwarger e di Weisser e che avrebbero le loro sorgenti l’uno nella regione di Tiebas, verso il 12° di lat. N e 13° di long. E e l’altro sulla regione dei Gurunssi verso il 13° di lat. ed il 16° di long.
Si sa che si apre il passo attraverso le regioni dei Dafina, dei Mandinghi e dei Gamman, che poi piega verso l’est scorrendo lungo la frontiera degli Ascianti per scaricarsi in mare per un largo estuario, nei dintorni della cittadella di Ada, una delle più piccole del possedimento inglese della Costa d’Avorio.
Là dove era giunta la piccola carovana, il fiume aveva una larghezza considerevole, superiore ai quattrocento metri, ma l’acqua era bassa e poteva permettere il guado, senza il pericolo di un assalto da parte dei coccodrilli che sono numerosi su quel corso d’acqua.
— Il passaggio sarà facile, — disse Asseybo, che era sceso sulla sponda per misurare la profondità della corrente. — Se i ladri lo hanno attraversato, noi possiamo fare altrettanto.
— Credi che siano passati di qui? — chiese Alfredo.
— Sì, padrone, poichè laggiù vedo che il fiume si restringe e l’acqua sarà tanto alta da affogare un cavallo grande quanto un elefante. —
I due europei si spogliarono non conservando che le maglie, poi, tenendo nella sinistra le carabine, scesero nel fiume dietro ad Asseybo, seguìto dai due schiavi che conducevano i cavalli.
Sott’acqua ad una profondità di un metro, pareva che si