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fischi ed a quei primi gracidii. Si udivano dei muggiti, poi degli stridori che parevano emessi da migliaia di pulegge scorrenti, poi abbaiamenti che parevano prodotti da bande di cani furibondi, dei gorgoglii strani come se centinaia di persone si gargarizzassero per guarirsi dal male di gola, quindi un martellare sonoro come se diecimila calafati battessero le costole d’una flotta intera.

— Chi sono che producono questo baccano? — chiese Alonzo.

— I rospi, le rane ed i ranocchi, — rispose don Raffaele. — Sono milioni di batraci nascosti nei pantani o sugli alberi che fanno una serenata alla luna.

— Fulmini e lampi!... Non ho mai udito un tale fracasso.

— È una buona notte pei serpenti, — disse il dottore.

— Cosa volete dire? — chiese Alonzo.

— Voglio dire che i rettili faranno delle belle scorpacciate. Ne divorano a milioni e dicesi che siano così destri da attirarli fin dentro le loro bocche.

— Ma.... oh!... guardate!... guardate!... Cosa sono quelle scintille che ondeggiano laggiù! — esclamò Alonzo.

— Scintille! — disse don Raffaele, ridendo. — T’in-