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72 | la città dell'oro |
— Uno dei maggiori dell’Orenoco?
— Chi può dirlo? Credo che nessuno lo abbia risalito fino alle sorgenti, ma non sembra, dalla massa delle sue acque, che abbia un corso molto importante.
D’improvviso l’indiano scattò in piedi fiutando replicatamente l’aria. I suoi acuti sguardi si portarono verso la foce del fiume, che cominciava a delinearsi distintamente e parve che volessero traforare il lembo dell’immensa foresta che si estendeva fino a quel nuovo fiume.
— Cos’hai, Yaruri? — chiese don Raffaele, che non lo aveva perduto d’occhio.
— Del fumo, — rispose l’indiano.
— Dove?
— Non lo so, ma lo sento.
— Io non sento nulla, — disse Alonzo.
— Se Yaruri lo dice, qualche fuoco arde sulla sponda, — disse don Raffaele. — Questi indiani non s’ingannano mai.
— Vi saranno degli indiani che cucinano la loro cena.
— Ma gl’indiani, in queste regioni deserte, significano nemici.
— Prepareremo le armi, cugino.
— Il consiglio è prudente, — disse il dottore, — Yaruri, accosta con prudenza.