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46 | la città dell'oro |
— È vero, ma i due fuggiaschi non possono averci interesse.
— Chi lo sa!... Voi non sapete da dove venivano nè a quale tribù appartenevano.
— Bah! Voi andate a cercare un filo introvabile dottore. Io sono convinto che quei due indiani hanno semplicemente approfittato del momento in cui nessuno sorvegliava le rive del fiume, per mettere in esecuzione una fuga forse lungamente meditata e niente di più. Cosa può importare a questi schiavi di Manoa, degli Orecchioni e degli Eperomerii che forse non hanno mai udito a nominare? Orsù non pensiamoci più; Hara s’incaricherà di farli cercare.
Il dottore non rispose, ma crollò il capo in segno di dubbio.
— Imbarca! — comandò Alonzo, balzando nel battello le cui vele erano state già spiegate.
— Hara, — disse don Raffaele, — ti affido tutta la mia fortuna.
— Non temete, padrone, — rispose l’intendente. — La piantagione nulla perderà della sua prosperità.
— Fra tre mesi tutt’al più contiamo di essere di ritorno. Addio, mio bravo Hara.
— Buona fortuna, padrone.
Don Raffaele ed il dottore entrarono nella scialuppa