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Una fuga misteriosa 37

— O qualche ghiottone, — aggiunse Alonzo. — Sarà stato attirato dai profumi appetitosi della cena.

— Bah! Non occupiamoci di costui, — disse il piantatore, alzando le spalle.

— Ma quel grido? — insistette il dottore.

— Sarà sfuggito un piede a quel curioso e sarà capitombolato dall’albero. Sediamoci e riprendiamo la conversazione, mio caro Velasco.

Tornarono a sedersi, ma Yaruri non si mosse: continuava a scrutare il folto ed oscuro fogliame degli alberi.

— Dunque, — riprese il piantatore, — vi chiedevo, Velasco, se sareste disposto a seguirmi. Se venite con me, avrete un vasto campo pei vostri studi e potrete fare un’ampia raccolta di animali, di uccelli e di piante rare.

— Vi confesso, don Raffaele, che ciò mi seduce più che la città misteriosa.

— Venite?

— Diavolo! Voi correte troppo, amico mio. Ed i miei ammalati?

— Non avete un altro collega ad Angostura? Cedete a lui i vostri ammalati. Una lettera si scrive presto ed uno dei miei uomini s’incaricherà di portarla a destinazione.