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360 la città dell'oro

— Si punisce l’uomo che tradì il segreto secolare della Città dell’Oro.

— Yaruri?...

— Sì.

— Grazia per lui, Yopi.

— Mai!...

— Lo condurrò con me e non tornerà più mai.

— No.

— Sei inflessibile?

— I traditori si uccidono.

Poi il re della Città dell’Oro s’avanzò sull’orlo dell’abisso, gridando:

— Figli del Sole, è l’ora della vendetta!...

Don Raffaele ed i suoi compagni si erano lanciati innanzi, pallidi per l’emozione.

Sotto di loro, a quattrocento metri di profondità, s’apriva uno stagno le cui acque nere erano popolate da giganteschi caimani. All’intorno le sponde erano gremite d’indiani. Don Raffaele, Alonzo ed il dottore, videro confusamente precipitare qualche cosa di oscuro dall’alto d’una rupe cadente a picco e piombare nello stagno con un sordo tonfo.

Poco dopo videro emergere da quelle acque un grosso tronco d’albero e scorsero, legato solidamente a quello, il traditore Yaruri.