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348 | la città dell'oro |
— Ma perchè ci avete risparmiati? — chiese don Raffaele.
— Perchè durante la nostra schiavitù mai abbiamo avuto a dolerci di te, padrone, — disse Manco con nobiltà.
— Grazie, — rispose il piantatore con voce commossa. — Ma Yaruri che persona è?
— Un ambizioso che odiava Yopi mortalmente, perchè questi era stato eletto capo supremo della tribù dei figli del Sole.
— E dov’è ora Yaruri?
— Nelle nostre mani.
— Dove l’avete preso?
— Nella foresta, mentre strisciava fra le piante per guadagnare Manoa e pugnalare a tradimento Yopi.
— E cosa ne farete di quell’uomo?
— I traditori meritano la morte: i caimani dello stagno nero lo attendono.
— E se io vi promettessi di condurlo con me e non lasciarlo più mai rivedere questi luoghi?
— È impossibile concedertelo. Yopi lo ha condannato e Yaruri morrà.
— E noi? Verremo uccisi?
— No; domani i piaye interrogheranno le viscere dell’agnello nero durante la festa di Raynù, ma Yopi