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346 | la città dell'oro |
— Tu Manco!... Tu Huayna!...
— Noi, padrone, — risposero i due indiani, senza muoversi.
— E venite a vendicarvi della vostra schiavitù?
— No, padrone; veniamo per dirti che noi abbiamo ottenuto da Yopi la tua grazia.
— Ah!
— Ma chi sono quei due indiani? — chiesero Alonzo ed il dottore, stupiti.
— Volete saperlo? — disse don Raffaele. — Sono i due indiani che ci precedevano e che ci affondarono la scialuppa.
— Ma come li conosci, cugino?
— Sono i due schiavi fuggiti dalla piantagione.
— È vero, padrone, — risposero i due indiani.
— Il mio sospetto era vero! — esclamò il dottore. — Quel grido udito sulla terrazza, l’avevo sempre negli orecchi.
— Siete voi adunque che ci avete suscitati tutti quegli ostacoli, per impedirci di giungere alla Città dell’Oro? — chiese Alonzo.
— Sì, — rispose Manco. — Agli uomini bianchi è proibito inoltrarsi nelle terre abitate dai discendenti dei figli del Sole e noi volevamo arrestarvi, ma senza farvi male. Avremmo potuto uccidervi a colpi di fucile