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340 | la città dell'oro |
— A Manoa.
— Noi lo aspetteremo.
L’indiano aggrottò la fronte.
— I discendenti degli Inchi, i figli del Sole, non sono i servi degli uomini bianchi, — rispose con fierezza. — Tu parli come un padrone, mentre sei nostro prigioniero.
— Non ancora.
— La fame ti costringerà ad arrenderti.
— Mille tuoni!... Ma cosa pretendi tu?
— Le vostre armi, innanzi a tutto.
— E poi?...
— Che vi lasciate trasportare in un luogo isolato.
— Per ucciderci con maggior comodità?
— Giuro su Pachacamac1, nostro dio supremo, che voi avrete salva la vita.
— Anche Yaruri?
— Il traditore?... Mai!... Chi tradisce il segreto della Città dell’Oro deve morire, e Yaruri morrà.
— È caduto nelle vostre mani? — chiese il piantatore con commozione.
— Lo saprai più tardi. Orsù, gli uomini bianchi si decidano o li estermineremo.
- ↑ Era il dio adorato dagli antichi peruviani.