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Un esercito di rettili | 331 |
Finalmente, facendo un ultimo sforzo, giunsero alla foresta, ma non si arrestarono e proseguirono la corsa in direzione della savana tremante. Ormai non si poteva più forzare il passaggio da quel lato, con tutti quegli indiani che avevano alle calcagna e che parevano risoluti ad esterminarli.
Era quasi sera quando don Raffaele, sfinito, giungeva sulle rive della savana tremante.
Si volse per vedere se i suoi compagni lo avevano seguito.
Alonzo correva sparando di quando in quando dei colpi di fucile; il dottore, che non si reggeva quasi più sulle gambe, si trascinava innanzi penosamente, ma Yaruri era scomparso.
— Dov’è l’indiano? — chiese don Raffaele ad Alonzo.
— Non lo so, — rispose questi.
— Ma non era dietro di te?
— Quando entrammo nel bosco l’avevo a fianco, ma poi rimase indietro.
— Un indiano! Corrono ben più di noi quei figli dei boschi.
— Che sia stato ucciso?
— Non ho udito alcun grido, — disse Velasco.
— Mille tuoni!... Yaruri!... Yaruri!...