Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Un esercito di rettili | 325 |
In quell’istante si udirono le prime note del flauto di Yaruri. Era una marcia precipitosa, energica, che scuoteva le fibre. L’esercito dei serpenti si svegliò di colpo e si mise in moto come spinto innanzi da una forza misteriosa, strisciando e balzando. Muoveva dritto verso la barricata dinanzi alla quale stavano gli Eperomerii.
L’indiano che fino allora aveva parlato, udendo quei suoni trasalì e gettò all’intorno uno sguardo smarrito. Solo allora s’accorse della marcia dei serpenti. Emise un grido di furore e senza attendere la risposta di don Raffaele fuggì a precipizio verso i compagni, i quali già stavano ritirandosi rapidamente sotto la foresta.
Yaruri si era messo in marcia a fianco dei formidabili battaglioni, precipitando la sua misteriosa marcia. Don Raffaele ed i suoi compagni gli si erano messi dietro stringendo le armi, pronti a servirsene alla prima resistenza degli indiani.
Questi però pareva che non avessero più voglia di contrastare il passo agli stranieri. Spaventati da quel numero immenso di serpenti velenosi, continuavano a ritirarsi, lanciando di tratto in tratto qualche freccia inoffensiva.
Un colpo di fucile sparato da Alonzo, li decise ad affrettare la fuga.