Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
24 | la città dell'oro |
Brasile, poi spinto da una potente passione per la storia naturale, aveva dato un addio alle città ed era andato a stabilirsi ad Angostura, sull’Orenoco. Amante però della natura selvaggia, intraprendeva delle lunghe peregrinazioni sul fiume gigante, visitando le numerose piantagioni sparse sulle sponde, ove metteva in opera la sua scienza e la sua lunga pratica medicando schiavi e padroni ma facendo soprattutto raccolta di piante, di uccelli e di animali che poi regalava ai musei spagnuoli.
Don Raffaele era uno dei suoi migliori amici e quantunque la piantagione di lui fosse la più lontana di tutte, non mancava di visitarlo ogni quattro o sei mesi.
— Ebbene, giovanotto, — diss’egli rivolgendosi verso Alonzo che stava intaccando un pappagallo arrosto con un appetito invidiabile. — L’avete ucciso il giaguaro?
— È stato ucciso, dottore, ma non da me.
— L’avete mancato?
— Pur troppo.
— Oh che cacciatore!
— Sono alle mie prime armi, dottore.
— È vero e non avete che diciott’anni. Alla vostra età non si cacciano che i pappagalli. Ma.... to’! Cosa fa quell’indiano?