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208 | la città dell'oro |
— Sì, Alonzo. Si uniscono in quindici o venti fra maschi e femmine e vivono nella migliore armonia, volando e cantando assieme. Anche i loro nidi li costruiscono in comune.
— E vanno d’accordo le femmine?
— Pienamente.... ma, guarda laggiù, su quel cespuglio.
Alonzo guardò nella direzione indicata e vide sulla cima una specie di vaso coi margini rialzati, con una circonferenza di circa quattro piedi, costruito con pagliuzze di piante filamentose e con rami, ma intrecciati con poca arte, quantunque solidamente. Sopra quel vaso si scorgevano dieci o dodici uccelli occupati a covare gli uni vicini agli altri.
— Un nido di ani? — chiese Alonzo.
— Sì, giovanotto mio, — rispose il dottore.
— Ma non si mescolano le uova, trovandosi così unite?
— Talvolta, ma quelle brave madri non se ne danno per intese, anzitutto cercano di allungare le ali più che possono, per riparare le uova delle vicine.
— Quale ammirabile accordo! E quando i piccini sono nati?
— Le madri nutriscono tutti indistintamente. È cosa certa che ognuna riconosce i propri figli; ma prima