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I succhiatori di sangue | 197 |
romerii e degli Orecchioni, ma assai ambizioso, a quanto ho potuto comprendere, e aspirava a diventare il capo supremo dei figli del Sole. Ma un altro, pure valoroso, aspirava a tale carica, certo Yopi. Morto il capo, si contesero accanitamente la carica, ma pare che le tribù alleate fossero più favorevoli alla nomina di Yopi che a quella di Yaruri. Il fatto è che quest’ultimo non fu nominato e giurò odio eterno, non solo contro il rivale, ma anche contro tutte le tribù. Egli certo sapeva degli sforzi tentati dagli esploratori bianchi per accertare l’esistenza della famosa città e perciò è venuto da noi. Senza dubbio egli spera in una invasione d’uomini bianchi per far precipitare Yopi.
— Non facciamo una bella parte in questa faccenda, cugino — disse Alonzo. — Ci facciamo i paladini d’un traditore.
— A me basta constatare l’esistenza dell’Eldorado, — disse don Raffaele, — e ciò nell’interesse della storia e della geografia. Di Yopi e di Yaruri non mi occuperò e li lascerò a disputarsi il potere. Se non avremo i tesori promessici da Yaruri, ne faremo senza. Sono abbastanza ricco oggi e tu, lo sai bene, sei il mio erede.
— Grazie, cugino — disse Alonzo, sorridendo. — Ma quando saremo giunti a Manoa, Yaruri reclamerà il nostro aiuto.