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12 | la città dell'oro |
— Tu ci offri dell’oro! — esclamarono.
— L’ho detto, — rispose l’indiano. — Se gli uomini bianchi mi seguiranno nei lontani paesi ove il sole tramonta, li farò tanto ricchi da non saperne cosa fare dell’oro.
— Ma da dove vieni tu? — chiese Raffaele.
— Dall’Alto Orenoco.
— A quale tribù appartieni?
— A quella dei Sassipagotti. La conosci tu?
— Ne ho udito vagamente parlare qualche volta e con terrore.
— Se vorrai, io ti condurrò lassù.
— I tuoi compatrioti non sono antropofagi?
— È vero.
— E da cent’anni spaventano le vicine regioni.
— È vero, — disse l’indiano con orgoglio.
— E vuoi condurmi presso i tuoi?
— Sì, se mi seguirai.
— E tu mi assicuri che là vi è dell’oro?
— Fin che vorrai.
— Non ti credo, quantunque si sappia che l’Alto Orenoco è ricco d’oro.
Un sorriso contrasse le labbra dell’indiano.
— Tu adunque non hai mai udito parlare degli Eperomerii? — chiese.