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Yaruri | 11 |
— Hai disceso l’Orenoco per cacciare forse il manato?1
— Forse, — rispose l’indiano con un sorriso misterioso.
— Sei valente, te lo dico io.
— Lo so: nessuno eguaglia il braccio di Yaruri.
— Grazie del tuo soccorso, — disse Alonzo. — Ti serberò riconoscenza e se vorrai seguirci alla piantagione, non avrai a lagnarti di noi.
— Intanto prendi, amico valoroso, — disse suo cugino.
Estrasse un borsellino contenente parecchie pezze d’oro e lo porse all’indiano; ma questi lo gettò a terra con supremo disprezzo, dicendo con aria tetra:
— A me dell’oro?... Sono qui venuto per offrirne a te!...
I due cacciatori, stupiti di vedere quell’indiano respingere quell’oro, tanto ardentemente desiderato dai suoi fratelli rossi per abbandonarsi poi a delle tremende ebbrezze che durano delle settimane intere, si erano guardati l’un l’altro per chiedersi se quell’indiano era pazzo. Quando udirono quelle parole, la loro meraviglia non ebbe più limiti.
- ↑ Lamantino.