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Smarriti nella foresta vergine | 171 |
— E da che cosa lo arguite?
— Hai udito nessun colpo di fucile tu?
— No, dottore.
— Credi tu che don Raffaele sia uomo da lasciar tacere il fucile per sette od otto ore?
— Lui!... Un cacciatore famoso!... No, dottore.
— Allora vuol dire che noi siamo tanto lontani da non poter più udire le fucilate che si sparano sulle rive del Cassanare.
— Diamine!... Mi mettete indosso delle inquietudini. Che ora abbiamo?
— Sono le due di già.
— Mangiamo un boccone e poi mettiamoci in marcia.
— Credo che sia la cosa migliore. Se questa sera non ritroviamo i compagni, passeremo una brutta notte, Alonzo.
— Minaccia forse qualche uragano?
— No, ma avremo da fare coi coguari e coi giaguari.
— Bah!... Contro quelli ci difenderemo. Devo scuoiare il formichiere?
— Perderemmo un tempo prezioso. Contentiamoci delle provviste che abbiamo portate con noi.
— Sia pure. Le costolette l’assaggeremo questa sera.