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156 | la città dell'oro |
— È vero, — disse il dottore, che provò un brivido.
— Cosa sono?
— Giovanotto mio, corriamo il pericolo di venire divorati vivi.
— Ma da chi?
— Dalle formiche.
Alonzo, a quelle parole, scoppiò in una clamorosa risata.
— Ridi! — esclamò il dottore.
— Ma vi pare!... Aver paura delle formiche!... Oh! Vorrei vederle se sono capaci di mangiarci.
— Tu non conosci le nostre formiche e non hai mai assistito ad una emigrazione di quei feroci insetti. Guarda: i pecari che non hanno paura delle nostre armi ritornano di galoppo, fuggendo l’imminente assalto delle formiche.
— La cosa è strana, dottore. Mille fulmini!... Le formiche non sono giaguari, nè coguari!...
Alcuni pecari che s’erano spinti verso il margine della foresta ritornavano correndo, lanciando dei sordi grugniti.
— Eccole! — esclamò il dottore.
Uno spettacolo incredibile appariva sui margini della foresta. Le erbe sparivano come se mille falci invisibili manovrassero; le foglie degli alberi cadevano come