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Fra i pecari e le mosche-cartone | 149 |
— Ed ora ci assedieranno?
— E per un bel pezzo.
— Diavolo!... E abbiamo lasciato i fucili a terra!...
— Sì, per nostra disgrazia.
— Fortunatamente abbiamo i nostri coltelli da caccia e la colazione in tasca.
— A cosa ci gioveranno tali armi?... Ecco che cominciano ad inquietarsi; fortunatamente non hanno nè ali, nè unghie per arrampicarsi.
I pecari vedendo che i cacciatori non si decidevano a scendere, si erano scagliati furiosamente contro l’albero staccando, colle acute e lunghe zanne, dei larghi pezzi di corteccia, e alzandosi sulle zampe posteriori colla speranza di raggiungere i rami, e spiccando dei salti. Dovettero però ben presto convincersi dell’inutilità dei loro sforzi, poichè il simaruba non si scuoteva nemmeno.
— Vi guasterete i denti inutilmente — disse Alonzo ridendo.
— Ah!... Tu ridi! — esclamò il dottore. — E non pensi, briccone, che questo assedio può durare una settimana?
— Così cocciuti sono questi pecari?... Ma mio cugino e Yaruri, non vedendoci ritornare, verranno in nostro aiuto.