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Una freccia mortale 135

Yaruri era balzato innanzi emettendo una sorda esclamazione.

— Ancora! — disse il dottore, aggrottando la fronte.

— Ma è un segnale adunque? — chiese Alonzo.

— Sì, un segnale, — disse Velasco.

— Qualcuno adunque ci segue o ci precede.

— Lo temo, Alonzo.

— Ma che non si possa scoprirlo?

— Chi lo troverebbe in mezzo a queste foreste oscure?

— Ma domani farà chiaro e cercheremo l’autore o gli autori di questi segnali.

— Se questa notte non fuggiranno.

— Sorveglieremo le sponde del fiume.

Yaruri era tornato verso di loro: era inquieto ed in preda ad una viva emozione.

— Hai veduto nulla? — gli chiese Velasco.

— No.

— Ma chi credi che siano?

— Un indiano tutto non può sapere.

— Ritorniamo all’accampamento, — disse Alonzo. — Non è prudente lasciare solo mio cugino.

— Hai ragione, Alonzo.

Si misero in cammino costeggiando la palude, tenendo in mano le armi per essere pronti a respingere qualunque aggressione.